giovedì 10 giugno 2021
lunedì 16 dicembre 2019
" # DIVINA.COM"
Azione artistica che si ispira alla Divina Commedia, adattando a un contesto
attuale le tecniche dei vecchi pittori, parlando in un linguaggio contemporaneo.
È un’opera da percorrere a terra sui
sampietrini, segna la sua impronta destinata scomparire a breve, ma dal punto di
vista estetico ed emotivo lascerà una profonda traccia.
La pavimentazione dello spazio antistante i Magazzini del
Sale di Cervia diventerà un enorme libro da percorrere, leggere e vivere:
l’opera propone un grande disegno evocativo dei nove cerchi del paradiso,
arricchito da numerosi disegni ispirati ad antiche illustrazioni e da una selezione di versi
tratti dal Paradiso dantesco.
Come nelle antiche pergamene ogni verso è
scritto a mano, la calligrafia stilizzata
pone l’attenzione sulla cura dei capilettera, disegnati, seguendo i più
originali esempi medievali.
L’azione è aperta e partecipativa, chi lo desidera contribuisce con le proprie mani alla sua
realizzazione. Lo spettatore/lettore diventa insieme agli artisti, creatore
e protagonista. Una forma particolare per avvicinarsi a Dante vivendo in prima persona le infinite
sfumature del suo capolavoro.
“Il purgatorio dei Salinari”
Azione artistica
collettiva realizzata nell'ambito del
Festival delle Arti sviluppata sul
pavimento esterno lungo il canale adiacente al al Magazzino del Sale.
Alcuni paragrafi della cantica del
Purgatorio di Dante assieme a diversi disegni che si rifanno a
illustrazioni antiche, vengono trascritti a terra, divenendo un grande disegno con la forma della montagna tipica dell'iconografia del purgatorio.
Muniti di gessetti colorati o pennelli, numerose persone
del pubblico nonché artisti presenti al festival, inginocchiati o seduti a trascrivere
un brano o fare un disegno.
Lo spettatore si è trovato per terra un libro da leggere: il pavimento
della piazza è diventato infatti un grande e inusuale quaderno, un invito a
fare un divertente percorso di lettura e a partecipare in prima persona all'evento. È stata una particolare forma di avvicinarsi all'opera di Dante per
esplorare nuove forme espressive e usufruire, in modo diverso e diretto, delle infinite sfumature della sua opera, in particolare dei testi del Purgatorio.
domenica 15 dicembre 2019
"Inferni moderni"
(particolare)
Dopo aver
letto l’inferno di Dante, si è voluto fare un parallelo con un tipo d’inferno
tradotto in chiave moderna sui possibili “inferni” contemporanei. Inferni al
“plurale” perché l’uomo tende a trascurare e a ripetere gli orrori, le barbarie
commesse; questo la storia ce lo fa presente. L’intento peculiare è quello di
fare memoria storica, dando voce a disumanità spesso dimenticate e non
trapassate ai posteri; ad esempio le efferatezze accadute negli stati
dittatoriali, colonialismo, guerre, razzismo.
Il nostro
inferno rappresentato è quello dei crimini commessi contro l’umanità, come ad
esempio massacri e genocidi ovvero la distruzione strutturale e sistematica di
persone innocenti.
L’idea delle
lapidi è venuta leggendo il canto n 9 dell’inferno dantesco, dando un senso
diverso al concetto classico di “inferno” di Dante ove vi troviamo i colpevoli, falsari, malfattori,
criminali; cioè i malvagi.
In
opposizione abbiamo creato un concetto d’inferno di tipo “umanistico” dove
invece vi sono i giusti, i leali, ossia l’umanità buona, ma che per volere
altrui è un’umanità che ha subito violenze, dolore, torture, morte. Ad esempio
gente deportata, segregata in campi di concentramento o di prigionia, o di
persone che stanno valicando lo iato dell’aldilà in attesa di essere decapitati
o fucilati.
Rievocare
queste circostanze fa crescere in noi un’immensa tristezza, un avvilimento che
sale dentro fin lassù dove vi è la nostra coscienza, il nostro pensiero
valutatore; un’angoscia che vuol essere un monito di riferimento contro i fenomeni
cruenti che avvengono nella “inciviltà” contemporanea.
L'opera proposta consiste in una performance di denuncia
verso crimini e barbarie contro l'umanità: una serie di lapidi che riportano
date, luoghi e metodologie di genocidi famosi o dimenticati, sono deposte a
terra a formare un ideale cimitero, il tutto racchiuso da terzine tratte dalla
Divina Commedia che costituisce monito e riflessione sull'agire dell'uomo
contro sè stesso
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Schengen ostaggio delle politiche internazionali
Spostarsi e attraversare il mare è un fenomeno vitale: in molti sono costretti dalla guerra e dalla fame ad abbandonare le proprie terre e famiglie. Sono la maggior parte però quelli che non possono farlo perché trovano davanti a sé le frontiere chiuse e le mafie intercontinentali che costringono a viaggiare nell'illegalità.
L’opera pone l’attenzione sui problemi dell’immigrazione e del diritto al libero spostamento delle persone. È un atto di denuncia contro gli sfruttatori dei migranti e le politiche di chiusura dell’Unione europea. Al contempo offre un’occasione di incontro e di integrazione tra cittadini italiani e stranieri.
Lo spettatore si trova sotto i piedi un testo che, per una volta, non sarà scritto su libri, giornali o letto attraverso un computer. Camminando, incontrerà le parole che l’artista, insieme ai partecipanti all’azione, ha voluto mettere in evidenza in un modo inusuale, stravolgendo la logica della scrittura.
La grafia, che fuoriesce dell’area espositiva occupando una parte dello spazio pubblico, incornicia poi un’installazione fatta con numerose barche di origami, navi di carta che simboleggiano la libertà e, allo stesso tempo, fanno un richiamo alla legalità. A quella legalità che si coniuga con la giustizia.
L’opera invita a riflettere sulla storia, sui fenomeni migratori del passato, del nostro dopoguerra e soprattutto del presente. Ricorda le vittime dei numerosi naufragi, in particolare quelli avvenuti negli ultimi anni nel Mediterraneo.
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